COS’È LA SHARING ECONOMY E PERCHÉ STA CAMBIANDO IL FUTURO DELL’ECONOMIA

COS’È LA SHARING ECONOMY E PERCHÉ STA CAMBIANDO IL FUTURO DELL’ECONOMIA IN EUROPA e nel mondo.

BlaBlaCar, Uber, Airbnb sono solo alcune delle piattaforme di condivisione del nuovo modello economico. Ecco come funzionano e perché sono importanti.

Da qualche tempo, nel nostro gergo sono entrate espressioni come “home sharing”, “car pooling”, “bike e car sharing”, “taxi peer to peer” e “social eating”. Attraverso questi anglicismi si identificano quelle attività che vanno a formare il cuore della sharing economy, il modello economico che sembra dover condizionare il futuro delle imprese in Italia, in Europa e nel mondo.

Sharing Economy può tradursi, letteralmente, con “economia della condivisione” ed è un’espressione che vuole privilegiare un nuovo modello economico che parte dai reali bisogni dei consumatori. Riuso, riutilizzo,condivisione: sono queste le priorità delle tante realtà imprenditoriali nate negli ultimi anni e che utilizzano le tecnologie per un modello di economia circolare, all’interno della quale professionisti, consumatori e semplici cittadini mettono a disposizione competenze, tempo, beni e conoscenze per la creazione di legami virtuosi che si basano sull’utilizzo della tecnologia in modo relazionale.

Così facendo si promuovono nuovi stili di vita che prediligono il risparmio o la ridistribuzione del denaro, favoriscono la socializzazione e la salvaguardia dell’ambiente. Per essere più chiari, basta citare alcuni esempi di piattaforme collaborative di successo come “Bla Bla Car” o “Airbnb”: il primo è il social network dei passaggi in auto, un sito italiano per la condivisione delle vetture con oltre 30 milioni di utenti iscritti e più di 10 milioni di viaggiatori ogni trimestre. Il secondo è una community che permette a chi ha una o più camere disponibili nella propria abitazione di affittarle ai viaggiatori che vogliono conoscere una determinata città ed è un modo di viaggiare molto più economico e “social” della classica sistemazione in hotel.

Cinque i settori, secondo gli analisti, che guideranno l’esplosione dell’economia di condivisione: i trasporti, gli alloggi, la finanza collaborativa, servizi domestici e professionali on-demand.

A livello geografico uno studio evidenzia come i paesi maggiormente attivi nella sharing economy sono quelli del nord Europa; Germania e Gran Bretagna.

Dati i rapidi e costanti trend di crescita, la Commissione europea ha deciso di intervenire nella materia con delle linee guida pubblicate nella comunicazione dal titolo Un’agenda europea per l’economia collaborativa, una pubblicazione che offre un primo vademecum per orientarsi in una materia del tutto nuova che però sembra rappresentare il futuro.

E il futuro?

Osservando i dati dell’infografica presentata dall’Università Niccolò Cusano, la sharing economy appare come un trend sempre più in crescita, pari al 34 per cento solo nel 2015: la stima di fatturato del 2016 si attesta sui 13 miliardi di euro, ma secondo le previsioni nel 2025 si toccheranno i 300 miliardi di euro. Tanti i servizi e le piattaforme più popolari che incidono sul successo quotidiano del concetto “condividere guadagnando”: si va da “ScambioCasa” e la già citata “Airbnb”, i portali che permettono di scambiare la propria casa con quella di un altro utente o di affittare camere e appartamenti ai turisti, fino a “BlaBlaCar” per condividere viaggi e passaggi in auto oppure ai servizi di “BikeMI” e “Car2Go” per prendere in prestito bici o auto e pagarne l’effettivo utilizzo. Meno conosciuta ma in crescita è “Gnammo”, la piattaforma che con il social eating offre la possibilità di organizzare pranzi e cene in casa o in altre location.

Sintesi da: The Post internazionale

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