I social network al tempo della pandemia: il caso Facebook

Dalla rete, le iniziative contro il Coronavirus con un esercizio di responsabilità e solidarietà che tenta di allontanare le prospettive del “contagio economico”

Nel corso delle ultime settimane Facebook ha prontamente messo in campo una serie di azioni per aiutare a combattere la diffusione del COVID-19, sia lato fake news, sia sul versante del sostegno concreto alle aziende (le PMI in particolare) in termini di consulenza e di aiuto economico. Alcuni malpensanti potrebbero insinuare che si tratti di una strategia per risollevare la reputazione dell’azienda che, dal 2016 in poi, è stata investita da un’ondata di scandali (basterebbe citare solo Cambridge Analytica), che hanno sensibilmente eroso la fiducia del pubblico. Tuttavia, la minaccia Coronavirus è di tale entità per la salute pubblica e per i mercati globali, che la prontezza di risposta del colosso guidato Mark Zuckerberg si rivela solidale e di buona volontà in questo momento molto delicato.

Oms, big tech e misure concrete

Facebook, già dallo scorso 14 febbraio 2020, ha messo a disposizione la sua sede di Menlo Park per ospitare una task force tra l’Organizzazione Mondiale della Sanità e i leader di grandi big tech come Google, Microsoft, Amazon, Twitter, WeChat, TikTok e Salesforce per discutere dei possibili apporti dell’industria tecnologica per far fronte, in maniera congiunta, allo scoppio del Coronavirus. Nelle settimane successive, questo si è concretizzato nell’organizzazione di un hackathon globale, dall’hashtag #BuildforCOVID19, in corso dal 26 al 30 marzo 2020, ospitato dal provider di hackathon online Devpost, che si concluderà il 3 aprile 2020, decretandone i vincitori. Inoltre, nei giorni iniziali della crisi, Facebook ha vietato la pubblicità di maschere per il viso, disinfettanti per le mani, salviettine disinfettanti e kit di test COVID-19 che avrebbero potuto incentivare truffe e rincaro dei prezzi. Lo scorso 18 marzo 2020, Zuckerberg ha, poi, annunciato l’intento di incorporare una sorta di centro informazioni sul Coronavirus, collocato nella parte superiore del feed di notizie di tutti gli utenti  Facebook, volto ad incoraggiare la diffusione di buone pratiche di prevenzione e distanziamento sociale e informazioni verificate sull’emergenza. Negli intenti di Zuckerberg, vi è quello di dare spazio a fonti autorevoli, come i vari istituti nazionali di sanità e all’OMS. Inoltre, l’azienda ha lanciato un programma da 100 milioni di dollari per  favorire la continuità aziendale in situazioni difficili, supportando, in particolare, le PMI colpite dal Coronavirus, con una piattaforma di risorse ad hoc in Facebook for Business, anche per l’Italia. Vi si trovano consigli su come mantenere saldo il livello di engagement della propria community (dall’organizzazione di eventi live sulla piattaforma FB o IG, al miglioramento del servizio clienti), oltre che delle vere e proprie guide scaricabili in PDF (come il “Toolkit per aiutare le piccole imprese a superare le situazioni difficili”), che esplicitano i rischi e offrono consigli pratici e subito implementabili.

Com’è noto, in seguito ad acquisizioni degli scorsi anni, fanno parte dell’ecosistema Facebook altre reti sociali come Instagram e What’s App. Instagram, in particolare, che per il suo essere visivo, mobile, virale e sempre attuale grazie alle sue stories, è sicuramente il social di punta per crescita di utenti, si sta proponendo in una apposita veste per supportare i suoi utenti nella quarantena. Una funzionalità ad hoc è quella delle nuove storie di “Io resto a casa” (“Stay at Home”), che occupano spazio in evidenza tra le storie, raccogliendo tutti i contenuti degli account seguiti che postano questo hashtag e sticker dedicato. In aggiunta a ciò, anche l’esperienza di “scrolling”, dello scorrere del feed, solitamente passiva ed isolante, è stata trasformata da Instagram in qualcosa di più sociale e attivo. È stato, infatti, lanciato l’Instagram Co-Watching, che consente di visualizzare i post di Instagram agli amici tramite la chat video, che è possibile avviare attraverso l’icona della chat video nella Posta in arrivo.

Si tratta di nuove funzionalità che sicuramente avranno un impatto sui numeri del business e si imporranno ben oltre questi giorni particolari di isolamento. Il loro successo è, comunque, già stato decretato, tanto che Adam Mosseri, CEO di “Gram” (Instagram per gli amici), ha affermato che tali funzionalità stanno diventando così popolari, che unitamente all’incredibile aumento di iniziative live sulla piattaforma, si è rischiato quasi un crash di IG.

Rete sotto stress

Mentre tutte queste misure e azioni vengono attuate, le rete è messa a dura prova in quanto è chiamata a sostenere un traffico dati mai visto prima d’ora. La questione del sovraccarico è quindi all’ordine del giorno anche in Europa, dove il commissario Ue al mercato interno Thierry Breton ha invitato tutti i maggiori operatori del web, dalle piattaforme di streaming alle telco, a salvaguardare le reti e preservare il buon funzionamento di internet ora che la pandemia costringe la maggior parte delle persone a svolgere le loro attività online, dal lavoro all’intrattenimento. La rete così, fondamentale in questi giorni, risulta parallelamente, purtroppo, alquanto soggetta ad attacchi informatici, tanto che pure nell’arena cibernetica sono presenti gli effetti del COVID-19 con attacchi informatici anche verso i sistemi sanitari, seguiti dalle difficoltà istituzionali di pianificazione delle strategie nazionali e internazionali digitali. Proprio la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità è stata vittima di un tentativo di spear-phishing (una tipologia di attacco realizzato mediante l’invio personalizzato di e-mail fraudolente), probabilmente perpetrato dal gruppo hacker DarkHotel, così ribattezzato dalla società di sicurezza Kaspersky Lab, e specializzato nella penetrazione delle reti attraverso il Wi-Fi degli hotel. Da ciò emerge con chiarezza il legame inscindibile tra sicurezza cibernetica e  sicurezza fisica. Avere la possibilità di navigare in un ambiente cyber sicuro abilita a grandi possibilità per continuare a coltivare uno stile di vita positivo, oltre che assicurare una continuità didattica e lavorativa, con ciò che è stato definito il più grande sperimento di Smart Working di tutti i tempi. Ecco perché le grandi possibilità proprie dei social network in questo tempo sono ulteriormente amplificate, con l’obbligo (morale e non) di fare in modo di ottimizzarli al massimo per uscire il prima possibile dalla crisi.

La protezione sociale di tipo economico

Inutile negare che il fantasma di una spaventosa recessione economica non aleggia più, ma si è già manifestato nell’attività quotidiana della maggioranza delle attività produttive e di service provider. Infatti, anche coloro che normalmente sono inseriti in un circuito economico dinamico e virtuoso stanno già soffrendo i fortissimi contraccolpi economici del contagio. Il target in questione raggruppa soprattutto coloro la cui scala di attività consente solo un certo grado di capacità di risposta a shock esterni, e in maniera limitata nel tempo: piccoli imprenditori, artigiani, professionisti con partita IVA, ecc. Sono svariati i settori economici coinvolti in questo rallentamento, e tantissime le famiglie e le persone che si troveranno in difficoltà a causa di questi eventi, in un tessuto economico già reso vulnerabile da una lunga fase di crisi economica. Le previsioni di crescita confermano, purtroppo, questo trend, con Goldman Sachs che ha aggiornato nuovamente le sue previsioni sul PIL italiano, portandole a -11,6% nel 2020 (e non è detto che il dato possa andare ulteriormente al ribasso prossimamente) in uno scenario in cui l’Italia sarà maglia nera in Europa. In particolare, la fascia demografica a soffrirne di più sarà quella giovanile, dove la fascia tra i 18 e i 34 anni è già la più colpita in termini di incidenza di povertà assoluta: 10,3% di giovani contro il 4,6% di over 65, secondo dati ISTAT elaborati dal think tank economico Tortuga. Sempre secondo l’analisi di Tortuga, i giovani italiani sono soggetti ad una ridotta protezione sociale rispetto ai coetanei europei. Ciò è giustificabile con il fatto che i sistemi di welfare dei paesi dell’Eurozona sono in grado di assicurare una maggiore efficacia nella riduzione della povertà, rispetto a quello italiano, per diversa composizione dei benefici sociali e maggiore capacità di targhettizzare chi ne ha bisogno. A ciò si aggiunge anche un divario, in termini di opportunità, nell’acquisizione di nuove competenze più facilmente spendibili nel mondo del lavoro. In questi giorni si sta assistendo ad una pletora di iniziative di solidarietà digitale con risorse per la scuola/università  e webinar gratuiti, più o meno efficaci, per poter imparare o approfondire nuovi argomenti nei giorni di isolamento forzato. In data 26 marzo 2020, Facebook si aggiunge a questo panorama formativo, lanciando un programma di alfabetizzazione digitale, Get Digital, per fornire lezioni e risorse per aiutare i giovani a sviluppare nuove competenze per utilizzare il web in maniera funzionale e sicura, prevedendo cinque macro aree che partono dall’approfondimento delle “Digital Foundations”, passando per “Digital Wellness, Engagement e Empowerment”, per arrivare alle “Digital Opportunities” legate al mondo del lavoro.

 

 

27 marzo 2020

I Giovanna Chiara Italiano dal sito  Mark Up

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